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Ogni giorno è una lotta personale tra ansia, pensieri negativi, infelicità…

Buonasera,
Mi chiamo Luca, sono un ragazzo di 21 anni di Milano e come molti di noi sta soffrendo molto questa quarantena chiuso in casa.
Ogni giorno è una lotta personale tra ansia, pensieri negativi, infelicità.
Sto cercando di distrarmi in qualsiasi modo, ma niente sembra aiutare.
Sono arrivato al limite della sopportazione e il solo pensiero che possano prolungare la quarantena oltre il 13 aprile mi fa stare molto male.
I primi giorni di quarantena era piacevole stare in casa, avevo bisogno di rilassarmi dal lavoro, ma passati due/tre giorni ho iniziato ad accusarne gli “effetti collaterali”, mi sento solo, abbandonato da tutti, come se nessuno potesse capirmi.
Continuo a pensare di non potercela fare, di non riuscire a resistere.
Normalmente quando mi sentivo così prendevo la macchina e partivo, andavo in Veneto nella casa in montagna, li si che sto bene, sembra un mondo diverso.
Ma purtroppo non è consentito il trasferimento nella seconda casa, neanche se una persona sta male mentalmente e questo mi fa molta rabbia.
Mi fa molta rabbia non potersi spostare nella seconda casa, dove staremmo lo stesso in quarantena, ma in un ambiente diverso, dove è piacevole stare, dove ci fa stare bene.
Vorrei che tutti ne siano consapevoli degli effetti della quarantena, di tutto quello che stanno causando a noi persone fragili.
Tutti noi abbiamo solo il bisogno di evadere.
Grazie per la comprensione.
Buona serata
 
Luca, 21 anni


Caro Luca,
partiamo dall’emozione che in questo momento prevale, la rabbia! La rabbia, a differenza di quanto qualcuno possa credere non ha sempre una valenza negativa, ma se riconosciuta ed elaborata può avere una funzione adattiva. La funzione adattiva risiede nell’istinto di difendersi per sopravvivere nell’ambiente in cui ci si trova ed anche nel rispondere a un’ingiustizia,  ad un torto subito o percepito come tale, alla percezione della violazione dei propri diritti. La proiezione di questa rabbia, o collera verso oggetti esterni è importantissima, in questo momento, perché ci evita di introiettarla e rigettarla verso se stessi.
Ci racconti del tuo modo di far fronte a questi momenti, prima di questa situazione, capiamo quindi anche questa tua rabbia nel non poter soddisfare questo bisogno. L’elaborazione di questa rabbia, cui accennavamo, riguarda anche la necessità di trovare soluzioni alternative, non focalizzandosi su ciò che non si può fare in questo momento ma su ciò che è possibile. A volte tendiamo nei momenti di difficoltà a chiederci in sé stessi, a vedere gli altri distanti da noi e dalle nostre emozioni, ma non è così soprattutto in questo momento. Un consiglio che vorremmo darti è proprio quello di aprirti di condividere le emozioni, con chi ti sta vicino. Penserai che è esattamente il contrario di ciò che un tempo facevi, il tuo viaggio in macchina, la fuga in un ambiente a te caro, rigenerante, ma ciò non è possibile per ora, probabilmente lo sarà tra un po’ di tempo, allora perché non trovare nuove soluzioni. Forse alla fine di tutto questo ti stupirai anche delle risorse interne che tu hai a disposizione.
Un caro saluto!